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07/07/2015
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Sintesi dell’incontro al Mibact, Roma 18/03/2015.

Sintesi dell’incontro al Mibact, Roma18/03/2015. Presenti le seguenti associazioni esindacati e relativi delegati: GTI – Confguide-Confcommercio –Confesercenti-Federagit – ANGT – CISL-Fisascat – CGIL UIL-Tucs

Premessa ed intervento della Sottosegretario Barracciu

In teoria l’incontro avrebbe avuto, come odg, la chiusura del decreto che andrà a normare i cosiddetti  siti speciali. Ma alla luce delle manifestazioni di protesta in alcune città d’Italia e organizzate da alcune sigle di guide turistiche, e considerando alcune dichiarazioni relative all’operato del Ministero l’odg ha subito un cambiamento. La Sottosegretario le considera una scorrettezza sul piano istituzionale e politico.

Per la prima volta, al tavolo, hanno chiesto di partecipare Cgil e Cisl, che saranno d’ora in avanti presenti ai prossimi incontri.

Il Mibact ha spiegato il lavoro svolto: viene stigmatizzato dalla Sottosegretario come il lavoro in merito ai decreti sia stato compiuto passo passo ed in maniera congiunta con le rappresentanze, sempre invitate ad esprimersi con osservazioni e proposte, alcune delle quali accolte.

Sottolinea come questo sia l’unico Governo che ha chiamato al tavolo le rappresentanze di categoria, le ha ascoltate ed ha interloquito in maniera pacata ed aperta. Fatto questo positivo per tutti.

Ritiene di dover precisare che l’azione del Governo in merito alla scrittura dei decreti: discende da una direttiva europea, la Bolkenstein, ed inoltre fa riferimento alla legge dello Stato del 2013, legge approvata dal Parlamento prima della costituzione di questo Governo.

Si è molto discusso tutte le volte, ad ogni incontro, circa l’utilità della direttiva Bolkenstein, ma la Barracciu stavolta in maniera assai decisa non ha lasciato spazio apolemiche e discussioni in merito al recepimento da parte del Governo italiano di questa direttiva ed ha affermato che i giochi e le discussioni, eventualmente, si riapriranno quando la direttiva Bolkenstein cambierà e se cambierà (a fine 2016).

Pur scusandosi per il tono, accalorato e indignato, la Sottosegretario ha evidenziato che le proteste contro il decreto si fondano su presupposti assolutamente falsi, strumentali, tendenziosi e che forse sono anche il frutto di una mancata comunicazione da parte della rappresentanza nazionale a quelle locali.

Il decreto è la massima protezione possibile per le guide turistiche italiane già abilitate. Tuttavia non ritiene che lo stesso livello di protezione sia esteso alle giovani guide italiane e coloro che lo vorranno diventare. Sarà un danno, al contrario, perché le guide di ora proteggono l’esistente e mettono dei limiti a coloro i quali dovranno/vorranno diventare guida.

Il Mibact ha accettato le ragioni delle guide italiane estendendo al massimo la possibilità di protezione ma contestualmente ha il dovere di recepire la direttiva Bolkenstein e di dare attuazione alle leggi dello Stato.

Ha ripercorso le tappe che hanno portato alla scrittura del decreto e tutto quello che è stato recepito nel decreto. Ha verificato personalmente la discussione tra le rappresentanze e i governi che si sono succeduti in parlamento e come si è arrivati a scrivere le norme poi recepite con questi decreti. Il primo passo era l’istituzione della barriera di protezione, i siti. Il secondo, era l’individuazione delle modalità di accesso per lo svolgimento della professione di guida turistica nei siti.

Scopo dell’istituzione dei siti: limitare l’accesso degli stranieri ai siti speciali a protezione delle guide italiane.

Come? Facendo degli “esami” poiché nell’ambito della normativa europea se non si fa il cosiddetto “esame d’accesso” per tutti – italiani e stranieri – si torna alla totale libertà di accesso per tutti. La norma transitoria così costruita mette il Governo al riparo da possibili obiezioni. “Con le Regioni abbiamo detto che siamo d’accordo col principio di dover proteggere le guide italiane. E possono decidere per le prove pratiche in lingua italiana oppure la presentazione di titoli ed esperienza. Tutto questo ci mette al riparo dalla CommissioneEuropea, dalle procedure di infrazione, dalle possibili obiezioni di protezionismo.”

Il Mibact non è esente da preoccupazioni: teme che il decreto vada riscritto e che la Commissione Europea faccia togliere la lingua italiana perché ritenuta discriminante. Nonostante questo il Mibact è consapevole del rischio e lo ha accettato. Tutto questo avendo sempre ben chiaro il tema di fondo: consentire un sistema di protezione del lavoro per le guide turistiche italiane la cui professionalità non è mai stata messa in discussione.

La Barracciu ha precisato, comunque, che l’Italia è l’unico paese in Europa che sta creando barriere di protezione alla libera circolazione in Europa.

Ha poi invitato nuovamente i presenti a fornire precise argomentazioni in merito alla presunta inefficacia del decreto circa la mancanza di protezione della figura della guida turistica.

Excursus delle posizioni

ANGT non è mai stata favorevole al decreto. Vuole la sospensione dell’articolo 3 della legge 97/2013 in attesa di riordino della professione e che sia ristabilito lo status precedente alla sua emanazione perché la libera circolazione delle persone, dice, è pienamente efficiente in Italia (gli stranieri fanno il riconoscimento del titolo o gli esami). C’è stato l’ennesimo tentativo per affermare che l’articolo 3 non fosse valido, affermazione puntualmente smentita dal rappresentante dell’Ufficio legislativo del Mibact il quale ha più volte sottolineato che nonostante i tentativi effettuati l’anno scorso per sospenderlo non è stato possibile arrivare a questo risultato. Perciò: l’articolo 3 è da considerarsi autoapplicativo ed applicabile con buona pace di tutti coloro che ancora hanno provato a dire il contrario. Da qui discende un fatto: tutti gli abilitati possono esercitare la propria abilitazione sull’intero territorio nazionale e gli esami di abilitazione di guida sono perfettamente validi in quanto è prerogativa delle Regioni effettuare gli esami.

Federagit: le manifestazioni sono state fatte perché siamo ricaduti sotto la direttiva sbagliata. Non è perché si deve rifare l’esame, qualcuno avrà capito male, e perché ci sono troppe prestazioni temporanee che faranno ridurre i compensi. La replica della Barracciu è che adesso l’argomento del recepimento è inconsistente dal momento che i fatti hanno dimostrato che non è possibile altrimenti. Fossilizzarsi su questo non porta ad affrontare il problema in alcun modo.

Dal responsabile dell’Ufficio Legislativo è venuto l’invito ad accogliere quello che di buono il Mibact è riuscito ad ottenere e non rifiutare sempre e comunque tutto quanto. Pena il ripristino della situazione precedente, ovvero l’applicazione dell’articolo 3 che non ha affatto bisogno, lo ha ribadito ancora, di decreti attuativi.

UIL : alcuni punti del decreto arrecano un danno alla categoria e si affianca alle doglianze espresso dal rappresentante che lo ha preceduto. Propone una misura sospensiva in attesa di riordino.

CGIL:  lamenta che il decreto fa acqua da tutte le parti e sostiene che in attesa dell’entrata a regime del decreto ci sarà l’invasione degli stranieri e che mancherà il lavoro. Essendo un lavoro stagionale non ci sono misure compensative né ammortizzatori sociali. L’osservazione da parte del rappresentante dell’Ufficio legislativo è che mancano gli argomenti giuridici di replica al decreto e che ciò che viene descritto non è effetto del decreto ma di qualcosa creato in precedenza e che non a caso, attraverso il decreto, sarà possibile contenere determinate situazioni.

CISL:  invita a studiare una eventuale correzione del decreto – laddove possibile – tenendo anche conto della sua validità se inserita nel contesto richiamato dai rappresentanti del Mibact ed evidenzia la necessità di contenere una situazione che rischia di diventare troppo conflittuale. Invita a riflettere sulle eventuali modalità di modifiche e sulla gestione dei processi in atto. In fase transitoria potrebbe essere utile una ordinanza – regionale – come strumento ulteriore di controllo sulla presenza qualificata nei siti. Si tratterebbe di predisporre un intervento sull’immediato.

Confguide: Porta l’attenzione sul decreto, in particolare sulle norme finali e transitorie. A preoccupare è soprattutto la temporalità, cioè il tempo necessario per le Regioni per organizzarsi con le procedure di abilitazione ai siti protetti. Poiché non è possibile sanzionare gli enti territoriali se non compiono tutto il necessario entro un anno, si teme che non vengano rispettati i tempi e che questo vada a determinare confusione ed alimenti un periodo di “interregno” in cui tutti possono fare tutto: qui starebbe il tallone d’Achille. Presenteranno al Mibact una proposta correttiva che verrà vagliata attentamente.

Intervento di GTI (per esteso) – S. Franci

A questo punto ho poco da dire perché alcune cose le ha dette proprio in questo momento chi mi ha preceduto.

Intanto volevo fare una battuta: tutti qui si sono vantati di occuparsi delle guide da epoche, oserei dire quasi protostoriche; noi ci vantiamo di farlo da poco e forse di apportare un’ottica un po’ diversa da quella che è stata applicata fino ad ora cioè un pochino fossilizzata sulle vecchie posizioni, in particolare questa benedetta o maledetta Bolkenstein. Abbiamo concluso su questo argomento e non ci ritorniamo più su; volevo perciò aggiungere questo. Proprio in visione di quest’ottica un po’ differente noi premiamo per mettere in avvio questo benedetto riordino. Cosa a cui dobbiamo puntare tutti quanti: il Mibact e tutti noi per creare un vero tavolo che cerchi di risolvere, ed anche di limare, le cose che non vanno, li abbiamo chiamati correttori, li abbiamo chiamati in qualsiasi altro modo… è una cosa da tenere sempre presente!

Detto questo vengo alle criticità: molto di questo malcontento delle persone scese nelle piazze è dovuto anche perché c’è in giro – e lo sappiamo bene tutti – una grandissima confusione. Ancora passa il messaggio – non so bene chi lo metta in giro – e molti colleghi mi contattano per avere informazioni e chiarificazioni su questo argomento – che l’articolo 3 non sia valido e che dobbiamo ribellarci per bloccarlo. Fino a che passano questi messaggi le persone pensano che scendendo in piazza, facendo flash mob, gonfiando i palloncini si possa bloccare l’articolo 3. Quindi penso che, prima di tutto, ci sia bisogno di istruire i nostri colleghi che l’articolo 3 non è bloccato, non è bloccabile, è in vigore. Tutti quelli che mi scrivono e che si lamentano che non possono fare gli esami di  ampliamento di ambito perché le Regioni e le province non li stanno facendo perché gli hanno detto che non ce n’è più bisogno proprio perché c’è l’articolo 3, non sanno come muoversi e sono già passati due anni; bisogna darsi una regolata e fare un grosso mea culpa. Gli esami e i corsi in alcune regioni ci sono ma, ovviamente, per abilitare le nuove guide, non ci sono più gli esami per l’ampliamento dell’ambito. Perché chi è già guida e vuole andare a lavorare in un’altra Regione o in un’altra Provincia – perché ricordiamoci che in Italia c’erano sia le guide regionali che quelle provinciali (uso il passato volontariamente) – ecco queste persone sono nel caos. Perché gli esami di ampliamento non ci sono perché alcune Regioni e quasi tutte le Province hanno detto che sono inutili. C’è bisogno di riportare tutto ad un livello di chiarezza! Tutti possono andare ovunque, tranne, in futuro nei siti specifici. È necessario che sia chiaro per tutte le guide.

Detto ciò volevo proporre anche in previsione dell’Expo – anche se questo forse non è proprio il posto per dirlo ma l’ultima notizia è che le guide turistiche non possono entrare a fare le guide all’Expo con i propri gruppi ma certamente sarà una grande opportunità per tutti – sarebbe il caso che, visto che arriveranno tante persone da tutto il mondo che si facesse partire una campagna di sensibilizzazione per valorizzare la figura della guida turistica. Noi abbiamo detto che ci sono patentini finti, copiati, fotocopiati e così via. Potremmo chiedere al Ministero un aiuto in questo senso, con per esempio, affissione di immagini, manifesti in luoghi strategici come aeroporti e stazioni, con grande passaggio di persone. Lavorare ad una campagna anche sostenuta dal Ministero, di sensibilizzazione sull’importanza della professionalità e la figura della guida. Anche questo, magari, potrebbe essere un modo per iniziare a lavorare tutti insieme invece che in maniera completamente separata.

Finisco qua poiché le stesse perplessità nostre le ha già espresse chi mi ha preceduto e l’argomento è già stato trattato.

Conclusioni

Dopo aver lasciato ulteriore spazio per osservazioni e precisazioni il Sottosegretario si avvia a concludere e prega tutti di considerare come l’iter del decreto sia piuttosto lungo ed articolato visto anche il coinvolgimento delle Regioni e stigmatizza che l’incontro con i rappresentanti delle associazioni è servito per chiarire ulteriormente alcune questioni. Chiude la riunione dicendo di accettare la richiesta di apertura sul comma 1 dell’articolo 8 in attesa di una o due proposte emendative da approfondire in maniera puntuale. Esclude, ancora se ce ne fosse bisogno, l’eventuale intenzionalità vessatoria nei confronti delle guide. Il Governo, esattamente al contrario, vuole mettere in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione per proteggere le guide.

In tempi brevissimi invita ad incontrarsi per un nuovo tavolo, quello della riforma della professione, come vuole anche il ministro Franceschini.